Sono all’ordine del giorno le aggressioni fisiche e verbali rivolte a medici, infermieri ed operatori sanitari. Un bollettino di guerra ormai. Questo negli ospedali, soprattutto nei pronto soccorso , dove si registrano i casi più gravi, ma anche nei reparti di degenza, ambulatori, nel Spdc (Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura), nelle terapie intensive, ambulanze , ambulatori dei medici del territorio e guardie mediche di tutta Italia. Le violenze avvengono più frequentemente durante i turni serali e maggiormente contro le donne.(70% dei casi). Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità molti episodi di violenza, soprattutto verbale e psicologica, ma anche fisica, non vengono denunciati dagli operatori. Il livello di tale sottonotifica viene stimata fino al 70%”. Il fenomeno delle aggressioni in Sanità è in crescita continua. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che tra l’8 e il 38% degli operatori sanitari subiranno violenze fisiche nel corso della propria carriera. In totale sono circa 2.500 i casi di aggressione o minaccia accertati ogni anno a danno degli operatori sanitari in Italia. Quelli registrati dall’Inail tra il 2016 e il 2020 risultano più di 12.000.Nella Città Metropolitana di Milano da gennaio a maggio 2022, si è registrato un aumento di aggressioni del 41%.
Il periodo del Covid ci ha sprofondati in un ambiente devastato dal punto di vista culturale oltre che psicologico ed economico.
In questo momento critico per la Sanità, che deve affrontare gravi carenze di personale ed abbandoni , il fenomeno contribuisce ad allontanare i Professionisti, soprattutto dei pronto soccorso e guardie mediche , ai quali invece dovrebbero essere garantite in primis incolumità, serenità e sicurezza per affrontare il proprio lavoro. Gli operatori sanitari sono quelli col più alto tasso di assenza dal lavoro a causa di violenze. Questo correla con un alto rischio di danni psichici e di burnout.
Nel 2020 il Parlamento ha approvato una legge che prevede pene più severe per chiunque causi lesioni personali gravi o gravissime a chi esercita una professione sanitaria. Una circostanza aggravante a cui si accompagna la perseguibilità d’ufficio, senza quindi necessità della denuncia. Ma ciò non sembra essere sufficiente, anche perché largamente ignorato dalla controparte. Si avanzano così proposte di prevedere la presenza delle Forze dell’Ordine ed eventualmente anche dell’esercito negli ospedali e zone a maggior rischio , aumento dei sistemi di sorveglianza, riorganizzazione delle Guardie Mediche, miglioramento dell’accoglienza e della comunicazione nei presidi sanitari.
Sono interventi che possono essere utili ma non risolutivi se isolati o non accompagnati dalla riorganizzazione di tutto il sistema della presa in cura del paziente, che necessita di investimenti economici , professionali e umani ingenti. Come ha commentato il Presidente Anaao-Assomed : ” Occorre prendere atto che il rapporto medico-paziente, e lo stesso principio di umanizzazione delle cure, si sono smarriti nei meandri di una crisi di sistema fatta di carenze, di personale e posti letto, di investimenti e attenzione della politica.”
C’e anche una battaglia culturale da sostenere : cultura del rispetto per i Professionisti che operano al servizio della comunità, conoscenza e certezza della pena per i casi di violenza . Bisogna recuperare il rapporto di fiducia medico-paziente che si è incrinato negli anni ,nella consapevolezza che i cittadini/ pazienti insieme ai medici sono vittime delle inefficienze del Sistema Sanitario.
Il problema va soprattutto prevenuto , perché in molti casi la violenza è scatenata da disagio ,frustrazione , rabbia ,impotenza , estenuanti attese per ricevere necessarie prestazioni sanitarie, carenza di informazioni .Inoltre ,come sottolinea il Presidente della Fnomceo : “Nessun tentativo di giustificare, ma l’urgenza di comprendere che quanto accade non è nient’altro che l’altra faccia del disagio del personale, stremato dalla carenza di organico, da turni massacranti, dalla scarsità di tempo da dedicare alla comunicazione con i pazienti e con i parenti,che,non dimentichiamolo è esso stesso tempo di cura.
La FNOMCeO sta da tempo sollecitando le istituzioni competenti a intervenire, con gli strumenti a disposizione e individuando nuove soluzioni, per arginare il drammatico fenomeno della violenza sugli operatori sanitari, che si sta concretizzando in una vera e propria emergenza di sanità pubblica”.
È online sulla piattaforma FadInMed il corso di formazione a distanza gratuito “La violenza nei confronti degli operatori sanitari” (10,4 crediti ECM), coordinato dal Gruppo di Lavoro FNOMCeO per la sicurezza degli operatori sanitari. Un ulteriore elemento per diffondere la conoscenza del fenomeno della violenza e delle azioni preventive, nonché per promuovere la cultura della TOLLERANZA ZERO. : tutti i tipi di VIOLENZA sono INACCETTABILI.