Nell’intervista del 28/1 /2025 rilasciata a Telepace il Presidente OMCeO di Trento Dr. Giovanni de Pretis affronta alcuni argomenti caldi sulla Sanità trentina. L’Ordine vuole porsi come riferimento per affrontarne criticità e sfide,premesso che questo non è un periodo facile in Sanità e molto dobbiamo lavorare. La Medicina trentina può contare su alcuni punti di forza : innanzitutto il personale sanitario, che vanta mediamente un’ottima preparazione, esperienza, è notevolmente motivato anche se messo a dura prova; il volontariato che rappresenta in Trentino anche in campo sociosanitario una risorsa importante per le persone in difficoltà; la situazione organizzativa complessivamente buona. Ne risulta che, rispetto alla media nazionale, la qualità delle prestazioni e l’assistenza in Trentino sono ancora di livello alto, ma mantenere e migliorare in alcuni campi la performance sanitaria richiede più risorse ed investimenti. Il Covid ha messo a dura prova il Sistema Sanitario e le nostre vite rivelandone e amplificandone le debolezze , mettendo in crisi il personale e minando il rapporto di fiducia medico- paziente che bisogna assolutamente recuperare. Mancano medici : in alcune aree la carenza è più marcata come nella medicina del territorio e nell’urgenza e pronto soccorso. È fondamentale quindi migliorare la qualità del lavoro e di vita del medico, la sua gratificazione e soddisfazione e liberarlo dalla pesante burocrazia ,bisogna rendere attrattiva una professione bella ,anche se faticosa , impegnativa e di grande responsabilità.
Passando alle criticità “strutturali” queste riguardano in primis l’Ospedale S. Chiara di Trento e c’è anche tanto da investire in innovazione ,strumentazione e tecnologie.
In questo scenario la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Trento è “una bella avventura ed una bella sfida”. Non è automatico che i giovani che conseguiranno la laurea a Trento si fermeranno qui, dovendo affrontare altri anni di impegno e lavoro per specializzarsi. È poter lavorare bene che fidelizza : per trattenere qui i giovani medici bisogna saperne creare e mantenere le condizioni. Hanno preso ora avvio le prime Scuole di Specializzazione e l’attivazione e potenziamento di attività di ricerca clinica in collaborazione con realtà di eccellenza già presenti sul territorio possono costituire motivo di attrazione per i giovani. L’Università rappresenta una grande opportunità di crescita per la nostra Sanità se si saprà tutti cooperare e rispettare i reciproci fini istituzionali, per il superamento di un modello inveterato,tipicamente italiano, di rapporto conflittuale fra Università e Sistema Sanitario, fra accademici e medici ospedalieri ,che risulta costoso e poco produttivo ,anche in termini assistenziali.