Chi ci curerà? È il titolo di questo libro, edito da Il Sole 24 ore e curato dalla giornalista R.Magnano e da P.Nucci, Professore di oftalmologia,scrittore e divulgatore scientifico.
È un dialogo , in forma di intervista, con tre medici e ricercatori, oltre al Dr.Nucci, eccellenze nella Sanità nazionale , che si sono distinti per dedizione e misura nel biennio della pandemia : la Prof.ssa M.Cristina Messa già Ministro dell’Università e della Ricerca nel governo Draghi, F. Storace Professore di Psichiatria Sociale e componente del Consiglio Superiore di Sanità, G.Remuzzi Direttore fra l’altro dell’istituto M.Negri nonché membro del Consiglio Superire di Sanità.
Propone una ampia riflessione sulle numerose criticità del SSN e sulle possibili strategie per affrontarle. I diversi e articolati
punti di vista degli intervistati aiutano a rispondere al quesito di chi si farà carico della nostra salute, in un periodo gravato dal pericolo di una recessione globale, carenza di medici e operatori sanitari, invecchiamento della popolazione , crescenti cronicità e domanda di salute.Il nostro SSN con le sue liste d’attesa intollerabili e tante imperfezioni, dice la giornalista nella prefazione, possiede eccellenze che tutto il mondo ci invidia, un pediatra per ogni bambino anche se figlio di immigrati irregolari, un Pronto Soccorso che salva la vita a chiunque si presenti, indipendentemente da reddito, fedina penale, nazionalità, e non controlla se un paziente è coperto da una polizza assicurativa prima di disporre un intervento.Il nostro SSN ha tuttavia accumulato negli anni gravi problemi e perciò deve ritornare al centro degli interessi della politica , perchè con esso perderemmo la libertà più importante, quella di essere curati :la salute è la base della libertà. Si tratta di capire se la salute della popolazione sia una risorsa o un costo ormai insostenibile e se si vuole riformare, cambiare, distruggere infine il SSN basato sull’articolo 32 della Costituzione, per sostituirlo con un sistema discriminatorio per censo .Dalla risposta dipende il futuro del Paese e la sua pace sociale.
Gli argomenti principali affrontati con gli Esperti sono: le risorse da destinare alla Sanità, dove trovarle e come usarle; la carenza di medici e altri professionisti sanitari e il loro ruolo e formazione ; la modalità di accesso alla Facoltà di Medicina e alle Professioni Sanitarie; la collaborazione fra mondo digitale e sanitario . Ed inoltre : la ricerca , la medicina del territorio, la salute mentale, il fine vita , il contenzioso medico legale, la Sanità privata e le Assicurazioni.
Gli intervistati esprimono le proprie opinioni e formulano proposte per affrontare le sfide poste attualmente dalla Sanità .
Concordano sulla necessità di una revisione del numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina, o quantomeno ridefinizione della tipologia di esame di ammissione , e su come sia fondamentale coinvolgere i giovani medici, durante e dopo la specializzazione nel contesto del Servizio Pubblico, nonché incentivare i Professionisti che operano in aree svantaggiate. Assolutamente necessario è anche contenere il contenzioso medico legale,ormai insopportabile, depenalizzando l’atto medico. Altrettanto valorizzare tutte le Professioni sanitarie : il futuro della Sanità non potrà essere imperniato solo sulla figura del Medico ma anche su quella dell’Infermiere, che dovrà essere sempre più formato, responsabile e specializzato. Centrale è il potenziamento del territorio e Medicina di base : i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta devono tornare a costituire l’asse portante delle Cure Pubbliche.Figura chiave nella presa in carico della cronicità sul territorio sia l’Infermiere di comunità, che opera in collaborazione col Medico nella identificazione e reclutamento delle persone a rischio, follow up, valutazione dell’aderenza alle cure e adozione di corretti stili di vita.
Sono necessari più ricerca e collegamento tra le Università ed i contesti dove si eroga l’assistenza, così come aprire,con la necessaria supervisione scientifica , a strumenti digitali innovativi.Bisogna ridefinire inoltre mandato e priorità dei Dipartimenti di Salute Mentale : l’evidente carenza di risorse umane compromette l’efficacia dei Servizi e la loro stessa sopravvivenza.Quest’area ,a fronte di un notevole incremento dei bisogni , ha beneficiato ben poco dell’aumento del personale durante gli anni della pandemia da Sars-CoV-2, quando si è sovrapposta un’altra pandemia parallela di disagio psicologico , che ancora continua soprattutto tra i bambini ed adolescenti.
Particolarmente decisa, franca e coraggiosa è la posizione del Prof. G.Remuzzi, che indica come essenziale per la salvezza del nostro SSN e perché tutti possano essere curati, che questi sia protagonista della salute dei cittadini attraverso la fiscalità collettiva, che è la formula migliore e più equa; che si proceda all”eliminazione degli sprechi previa ricognizione delle esigenze per poter decidere cosa serve veramente e cosa no, distinguendo bene fra ciò che è possibile tagliare e quello che andrebbe potenziato perché necessario , eliminando tutte le attività per cui non c’è prova di efficacia o c’è ridondanza ; che si investa sui giovani in modo che la loro disponibilità ed entusiasmo diventino il motore per riqualificare il SSN ,assunti in numero adeguato per far fronte alle esigenze e retribuiti come negli altri Paesi europei ; che si valorizzano i Medici nell’ospedale con stipendi adeguati,con più ricerca e col riconoscimento del merito :
“Servono responsabilità, ricerca e bravi professori ;brave persone che insegnano sono il segreto per non far andar via nessuno…e i Direttori generali possono fare tantissimo per fermare la fuga dei camici bianchi ,devono conoscere i loro bravi Medici ,devono andare ad incontrarli ed entusiasmarli” ; che si faccia più ricerca scientifica , a supporto anche della scelta di ciò che è realmente utile e giusto ;che si realizzi la necessaria integrazione della Medicina delle Cure Primarie e Specialistica Ospedaliera , dove tutti i medici dell’ospedale e del territorio abbiano gli stessi diritti, doveri, e congrua retribuzione :senza di questo la pretesa di integrazione è velleitaria ; che i medici di famiglia e pediatri di libera scelta siano coinvolti im maniera proattiva nella costituzione di un sistema di cure integrato, assieme agli infermieri ,nonché in progetti di ricerca mirati ai bisogni della popolazione ; che sia dato spazio alla prevenzione ; che il Privato sia un vero Privato e che sia accreditato solo e quando e dove la Sanità pubblica è carente;
che sia garantita la condivisione informatica trasversale di tutti i dati clinici del paziente, per eliminare le lacune anamnestiche ,la ridondanza, e la superflua ed inaccettabile clinicamente ed economicamente ripetizione di prestazioni sanitarie .
“Ho imparato molto scrivendo e rileggendo questo libro e la speranza è che qualcuno ci ascolti dopo averci letto”. (P.Nucci).
È anche la nostra speranza.