Premessa:
- L’Economia circolare è un termine che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità.
- I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato su uno schema opposto: estrarre, produrre, utilizzare e gettare.
- L’ incentivazione dell’economia circolare si fonda su due capisaldi:
- la riduzione della quantità di rifiuti da gestire è raggiungibile sia attraverso misure di prevenzione da applicare non solo durante il processo produttivo, ma già in sede di progettazione dei beni, sia selezionando con attenzione quegli scarti di lavorazione che possono essere qualificati come sottoprodotti e dunque idonei alla commercializzazione.
- la diffusione, tramite il riciclaggio e le operazioni di recupero, dei procedimenti e dei trattamenti volti alla cessazione della qualifica di “rifiuto”.
- Circolarità e sostenibilità devono essere integrate in tutte le fasi della catena produttiva per raggiungere un’economia completamente circolare: dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore: Occorre considerare l’impatto ambientale di un determinato oggetto sin dalla fase di progettazione. Questo aggiornamento del Piano Provinciale Rifiuti può costituire l’occasione per passare dal parlare di economia circolare alla sua messa in pratica.
- Il futuro dello smaltimento dei rifiuti, così come previsto dalla direttiva quadro 2008/98/CE, recepita con il D.LGS 205/2010, avverrà nel rispetto della seguente gerarchia: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento
- A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Inoltre sono state approvate misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio. Si dovrebbe giungere quindi a un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050.
Bisogna tener presente sempre che Il miglior rifiuto è quello non prodotto.
Osservazioni:
Il piano presentato è ben documentato ed evidenzia chiaramente la situazione attuale e le criticità con i possibili correttivi ed elenca gli obiettivi e gli scenari possibili.
Grave carenza rilevata è la assoluta mancanza di una valutazione di impatto sanitario (VIS) finalizzata a tutelare la salute delle popolazioni esposte in relazione ai vari scenari proposti e la mancata organizzazione di un sistema di monitoraggio adeguato per la sorveglianza sanitaria di ciascuno essi. Sarebbe opportuno, anche pro futuro e per altre matrici ambientali, indicare quale settore dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari se ne debba occupare, verificando al contempo, l’esistenza di risorse e competenze necessarie, provvedendo, nel caso, al loro adeguamento.
Da notare la ridotta produzione pro capite di rifiuti urbani (432,3 Kg/ab/eq) inferiore alla media nazionale (499,3 Kg/ab/eq), pur con una notevole differenza territoriale legata anche a sistemi di raccolta e tariffazione diversa. Questo dato è molto importante e va attentamente considerato, in quanto indica la sensibilità dei cittadini verso il problema della riduzione dei rifiuti e la salvaguardia del territorio.
Gli obiettivi proposti, nell’ ottica dell’economia circolare, prevedono un maggiore riutilizzo e riuso dei prodotti, la creazione di impianti di recupero definitivo di rifiuti ingombranti e multimateriale, il miglioramento della raccolta differenziata (recupero dei tessili sanitari che costituiscono il 22.4% del totale), netta riduzione della componente organica nell’ indifferenziato.
Tutto ciò è possibile con le molte soluzioni presentate che vanno da una migliore informazione dell’utenza, utilizzo di sistemi tariffari “premianti”, sensibilizzazione dei giovani nelle scuole, azione diretta sui produttori del rifiuto ecc.
Considerazioni:
Nell’ambito degli obblighi previsti dal Decreto Legislativo 36/2003 articolo 5, che stabilisce che entro il 2035 la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica non può superare il 10% del totale in peso dei rifiuti urbani prodotti dalla provincia, sono stati proposti vari scenari.
La commissione ambiente ritiene:
- Necessario privilegiare l’economia circolare partendo dalla catena produttiva (progettazione), associata alla creazione in loco di impianti per il recupero definitivo dei multimateriali.
- Il futuro non è la combustione (anche i paesi del Nord Europa rivedono i loro programmi)
- La combustione (ed anche l’ ossidazione) produce la liberazione in ambiente di sostanze tossiche, cancerogene e mutagene che pur in bassa quantità tendono ad accumularsi e a potenziarsi all’ interno del corpo umano (bioaccumulo e bio magnificazione). Per alcune di queste sostanze non esiste un limite minimo di sicurezza. Inoltre vi è un obbligo (Parlamento Europeo feb.2011) di accelerare il percorso di decarbonizzazione.
- Abbiamo tutti, e gli amministratori in primis, una grande responsabilità verso le nuove generazioni.
- Attivare un piano che nel medio termine porti ad una riduzione della produzione di rifiuti da collocare in discarica entro il 10% del totale SENZA ricorrere alla combustione che non può considerarsi una soluzione strutturale per il futuro in quanto peggiorativa della già compromessa situazione ambientale.
- Nel breve periodo associare ad una campagna informativa (che porti ad aumentare il senso civico ambientale già presente nei cittadini, per favorire una riduzione e una corretta differenziazione dei rifiuti )associando solo temporaneamente il conferimento di rifiuti non recuperabili ad impianti di conversione termochimica già esistenti fuori provincia. La creazione di impianti anche temporanei in loco ostacolerebbe il necessario impegno individuale per la riduzione dei rifiuti.
- L’ ambiente per la nostra Provincia è ,e sarà molto di più in futuro, la principale fonte di reddito: per questo ogni azione anche costosa per salvaguardarlo è da considerarsi un investimento produttivo.
- Si stanno sviluppando nuove tecnologie per la degradazione dei materiali che porteranno nuove possibilità.
- Qualsiasi sia la decisione presa, è sempre necessaria una valutazione di impatto sanitario ed una realizzazione di un piano di monitoraggio che partendo dai servizi di sanità pubblica dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, coinvolga i medici operanti nel territorio (rete medici sentinella).
In conclusione, come medici, chiediamo un cambio di paradigma, difficile, costoso, ma necessario per salvaguardare la salute delle nuove generazioni, che, a differenza di chi vive oggi, si troveranno in un ambiente peggiore. La salute non ha prezzo e non può essere mai barattata con riduzioni di spesa o miglioramenti economici.
Dr. Paolo Bortolotti
Coordinatore Commissione Ambiente
Ordine dei Medici di Trento
Trento, 23 marzo 2022