Secondo i dati Ocse 180.000 fra medici e infermieri hanno lasciato l’Italia per lavorare all’estero dall’inizio del nuovo millennio, dal 2000 al 2020. E sono 40.000 fra medici ed infermieri quelli fuggiti dal 2020 al 2022 .
Il fenomeno è andato via via aumentando negli anni ,soprattutto dopo il blocco dei contratti e del turnover.Ciò aggrava la cronica carenza di personale,sebbene la fuga si sia leggermente attenuata , finita l’emergenza Covid .
Una sconfitta per il SSN e per tutti.Una grande perdita anche economica, considerando che la formazione per circa 5 anni di un infermiere costa 22.500 euro e quella di un Medico 41.000 per i primi 6 anni fino alla laurea ,che diventano 150-160.000 se si considerano i costi per la successiva specializzazione.
Troppo spesso medici ed infermieri si trovano a dover lavorare in condizioni drammatiche : carichi insopportabili , trasformazione del lavoro in equipe in lavoro a cottimo,retribuzioni inadeguate (siamo terzultimi in Europa ,prima di Grecia e Portogallo) , violenza ed aggressioni all’ordine del giorno, cause e denunce “spinte”
dal mercato del contenzioso medico legale, sostenuto con assoluta spregiudicatezza da avvocati specialisti nel settore ( quando la responsabilità medica è accertata infine. solo nel 15% dei casi).
Il medico con l’Aziendalizzazione della Sanità ha perso la propria identità sociale,il proprio status sia nei confronti della componente manageriale che dei pazienti ; relegato al ruolo di prestatore d’opera in processi imposti dall’alto ,mentre i pazienti sono stati trasformati in clienti. Le Aziende hanno adottato modelli gestionali “dall’alto al basso”,top down, e un metodo di governance assertivo e non privo di autoritarismo, come dalle riflessioni di R.Polillo su Quotidiano Sanità di oggi.
In queste condizioni è davvero difficile se non impossibile continuare a lavorare e “vivere”.
Cosa ne sarà della cura della salute dei cittadini? Come cambierà ? Intanto i servizi si sono progressivamente impoveriti oltre a non essere equamente distribuiti. Si profila l’immagine sempre più consistente e netta della privatizzazione in Sanità.
C’è bisogno di ridare dignità al lavoro del medico ed operatori sanitari, e questo significa fare scelte politiche che vedano al primo posto la partecipazione dei Professionisti e dei Cittadini nella programmazione dei servizi.
“Occorre un cambio immediato di passo e di paradigma con investimenti extracontrattuali e legislativi che riconsegnino la Sanità ai Professionisti….Se continuiamo ad aspettare non ci saranno più cure, non ci saranno più medici, non ci sarà più un Sistema Sanitario e noi non saremo più in grado di fermare i colleghi che andranno via”
(P.Di Silverio ,Segretario Anaao-Assomed).
“Occorre dunque investire sui Professionisti, sugli organici, sulla sicurezza, sulle condizioni di lavoro. E, contemporaneamente, far sentire protetti i medici, tutelandoli da controversie temerarie, fermo restando il diritto del cittadino al giusto risarcimento. Non sono più rinviabili interventi normativi che, attirando i professionisti, salvino il nostro SSN da una fine certa per consunzione”.F.Anelli Presidente FNOMCeO .