La politerapia farmacologica è un fenomeno in costante crescita che riguarda soprattutto la terza età e che rappresenta un problema riconosciuto a livello mondiale. Per politerapia si intende l’utilizzo contemporaneo da parte di un paziente di più di 5 farmaci regolarmente prescritti. Negli ultimi 30 anni la diminuzione della mortalità assieme all’aumento della aspettativa di vita hanno portato ad un cospicuo aumento del numero di persone che accumulano patologie croniche col passare degli anni ( multimorbilità).La frammentazione delle cure col ricorso a diversi specialisti e un approccio di cura centrato sulle singole malattie porta inevitabilmente all’esposizione a politerapia .La politerapia può essere appropriata od inappropriata. La seconda evenienza si verifica quando: al medesimo paziente vengono prescritti più farmaci in assenza di evidenze scientifiche di efficacia , quando il beneficio previsto dalla prescrizione non si realizza , quando i rischi superano i benefici , quando è prescritta una combinazione di farmaci pericolosa e quando la terapia farmacologica è complessivamente inaccettabile per il paziente.
Va da sé che la politerapia aumenta il rischio di inappropriatezza prescrittiva : nonostante la prescrizione dei singoli farmaci possa aderire a linee guida specifiche per una determinata patologia, si è osservato che i regimi politerapeutici si associano con maggior frequenza ad esiti clinici negativi.
In Italia, secondo gli ultimi dati OsMed (Osservatorio Nazionale sull’ impiego dei medicinali) il 30% degli anziani assume 10 o più farmaci e il 66% degli adulti più di 5 farmaci/anno. I dati della letteratura indicano che la politerapia, soprattutto nell’anziano , rappresenta un fattore di rischio per interazioni fra farmaci e reazioni avverse , per errori posologici e scarsa aderenza alle terapie da parte dei pazienti e per aumento dei costi assistenziali. È associata nell’anziano anche ad aumentato rischio di perdita di autonomia funzionale, deficit cognitivo, stato confusionale acuto , cadute , ipotensione , disturbi alimentari e del comportamento , compromissione della qualità di vita , ospedalizzazione e morte.
Spesso c’è discrepanza tra la prescrizione secondo le linee guida per ciascuna specifica patologia e la complessità del paziente.
Per i malati complessi con multimorbilità e fragilità o affetti da demenza l’applicazione della somma delle singole raccomandazioni può non dimostrarsi appropriata , aumentando così il rischio di eventi avversi.
Sia i pazienti che i medici tendono a sopravvalutare i benefici dei trattamenti, sottovalutandone i rischi. È necessario pertanto che aumenti la consapevolezza di questo da parte di cittadini , medici ed operatori sanitari. Serve un cambio di paradigma : pensare alla prescrizione ma anche alla possibilità di de-prescrizione , cioè quando e come sospendere un farmaco non strettamente necessario o potenzialmente dannoso. Se è facile trovare raccomandazioni che ci guidano nella prescrizione non lo è altrettanto nella sospensione di un farmaco.
Gli esperti sollecitano una riflessione urgente sul fenomeno della politerapia . Per questo è stata elaborata dalla SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) in collaborazione con altre società scientifiche (Simg,Simi,Sigot,Sig ) la “Linea Guida intersocietaria per la gestione della Politerapia e delle Malattie Complesse” al fine di individuare e attuare strategie per diminuire la prescrizione di farmaci non necessari e potenzialmente dannosi , ridurre le ospedalizzazioni e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Di queste verrà preparata anche una versione breve , un mezzo utile per ricavarne le principali raccomandazioni nonché materiale informativo per cittadini e pazienti.
Gli interventi per ridurre la polifarmacoterapia e ottimizzare il trattamento farmacologico devono basarsi su un approccio globale al paziente invece che centrato sulla singola malattia , considerando le interazioni tra patologie , i trattamenti in atto , il contesto di vita del paziente , condividendo con lo stesso e/o caregivers decisioni e priorità assistenziali per approntare piani di cura personalizzati , che vanno monitorati e periodicamente rivalutati .
È necessario promuovere l’educazione e la formazione professionale sui temi della multimorbilità e politerapie , ma non solo. È necessario implementare l’applicazione di tecnologie volte a facilitare la condivisione di informazioni sanitarie e terapeutiche , in particolare in occasione del passaggio del paziente fra diversi contesti assistenziali.
I medici dovrebbero avere disponibilità di nuovi ed adeguati strumenti informatici di supporto al miglioraramento della qualità diagnostica e prescrittiva , con possibilità di accesso alle linee guida elettroniche aggiornate disponibili su patologie , farmaci e loro interazioni , e caratteristiche specifiche di ogni paziente.
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