Quasi quotidianamente la stampa riporta casi di aggressione verso i sanitari , su tutto il territorio nazionale. Il 12 marzo si è celebrata la prima giornata contro la violenza nei riguardi degli operatori sanitari.Secondo gli ultimi dati Inail si stimano in 2500 gli episodi di violenza denunciati ogni anno dagli operatori della sanità come infortunio sul lavoro , un dato sottostimato per quanto riguarda i medici, poichè riguarda denunce presentate dal personale dipendente e non tiene conto del personale convenzionato, come medici di famiglia, guardie mediche, colleghi del 118 e liberi professionisti , senza contare che molti medici non presentano denuncia.
Secondo i dati diffusi dal sindacato dei medici Anaao- Assomed il 55% dei medici ospedalieri ha subito almeno un episodio di violenza. Dai dati emerge che il 48% dei medici che ha subito un’aggressione verbale ritiene l’evento ‘abituale’.
Secondo le indagini del Ministero della Salute a generare più frequentemente episodi di violenza ci sarebbero le lunghe attese nelle aree di emergenza, il ridotto numero di personale durante i momenti di maggiore attività, la mancanza di formazione del personale nel riconoscere i comportamenti ostili e aggressivi, la scarsa sicurezza nelle strutture ospedaliere e sul territorio.
Le segnalazioni di minacce e aggressioni verbali nei riguardi di medici e operatori sanitari sono in aumento anche in Trentino , soprattutto nell’ultimo anno : avvengono nei reparti ospedalieri, sul territorio ,ma soprattutto al Pronto Soccorso, e stanno rendendo ancor più difficile per non dire insostenibile un lavoro già gravoso e stressante ,soprattutto dopo due anni di pandemia .Gli operatori si trovano a dover “pagare” per un Sistema Sanitario in sofferenza , con i territori che rischiano di perdere o stanno perdendo anche servizi essenziali. L’Ordine dei Medici di Trento ha registrato con preoccupazione diverse segnalazioni di gravi aggressioni verbali , spia di intolleranza e incertezza tipici dei momenti difficili che comportano paura,ansia, sfiducia., ma non solo . C’è l ‘insofferenza per le misure anticovid e i sanitari vengono identificati spesso quali depositari dell’ applicazione delle regole restrittive di comportamento.E ci sono soprattutto lunghe attese e rinvii per visite mediche, prestazioni strumentali, interventi chirurgici. Anche sul territorio i medici di base ed i medici di continuità assistenziale esprimono forte timore, se non paura.
Per questi , per poter svolgere il proprio lavoro in serenità, bisogna pensare a sistemi di aggregazione ,costituiti da medici,infermieri e altro personale. Per quanto riguarda l’Ospedale va posto rimedio alla cronica carenza degli organici che non permette di erogare prestazioni in tempi accettabili per i pazienti, e mantiene sotto stress costante gli operatori, col rischio , alto, che sempre più colleghi abbandonino la professione , come in realtà si sta già verificando .La sicurezza dei sanitari deve diventare una priorità assieme alla soddisfazione dei bisogni dei pazienti.
Bisogna accrescere la cultura della non violenza .La violenza non è inevitabile, non è un rischio ineluttabile della professione, ma è un reato. Ma non basta, ,serve migliorare l’ambiente , garantire la sicurezza sul lavoro , più formazione e più assunzioni di personale .