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Ora si fa un gran parlare degli scandalosi tempi delle liste di attesa per visite e prestazioni sanitarie ma il vero scandalo sono prima di tutto gli ospedali chiusi in Italia negli ultimi 10-15 anni, i medici ed infermieri che mancano per il blocco del turnover e per l’inadeguata programmazione, il taglio dei posti letto ordinari e di terapia intensiva ; le liste d’attesa vengono dopo, sono il segno immediatamente visibile di una situazione di cronica sofferenza che parte da lontano ,ma è stata giorno dopo giorno sotto gli occhi di tutti. Dopo l’emergenza pandemica i cittadini stanno provando sulla loro pelle,ed è solo l’inizio,le conseguenze del definanziamento della sanità ,”consuetudine” che dura da molti anni e più volte denunciata. Ne risulta l’aumento del ricorso al privato quando le condizioni economiche del singolo cittadino lo permettano. Secondo i dati Istat già nel 2919 (prepandemia) il 37% dei cittadini pagava di tasca propria per prestazioni sanitarie e nel 2022 la percentuale è salita al 42%.
Il Presidente dell’OMCeO di Trento Dr.M.Ioppi in una recente intervista a Dolomiti ha ricordato come dalla nostra Provincia ancora in epoca prepandemica fosse stato presentato un progetto definito di ” efficientamento”, un taglio alla sanità trentina di 140 milioni in 4 anni : la sanità doveva ridurre le spese e questa tagliola riguardava anche le terapie oncologiche. L’Ordine dei Medici si oppose fermamente.
Poi è arrivata la pandemia ,ma da questa non si è imparato abbastanza e il sottofinanziamento per la sanità pubblica persiste. I medici non sono responsabili dei tempi lunghi di attesa per visite specialistiche e prestazioni sanitarie ,ha continuato il Dr.Ioppi, sono le prime vittime di questo sistema .Il personale sanitario e medico ha dimostrato e dimostra un impegno che sta andando oltre ogni limite. Quello che deve cambiare è il paradigma. Servono investimenti ,visione e strategia. La politica deve fare la sua parte e noi dobbiamo essere informati e consapevoli di quale Servizio Sanitario ci aspetta e quale vogliamo consegnare alle future generazioni.