La dipendenza da videogiochi è un uso eccessivo , compulsivo, di videogiochi, che interferisce con la vita quotidiana, comporta isolamento sociale, sbalzi d’umore, ideazione diminuita, focalizzazione sui risultati del gioco ,rinuncia ad altre attività ricreative,sport ed eventi, perdita di relazioni interpersonali e di opportunità di studio o lavoro, fuga dalle emozioni negative.L’OMS ha incluso nell’ultima edizione del suo manuale diagnostico (ICD-11)anche la dipendenza da videogiochi (gaming disorder).
I videogiochi sono un’attività ricreativa molto popolare,soprattutto fra gli adolescenti, che può avere benefici in ambito cognitivo, emotivo e interpersonale . Tuttavia gli adolescenti possono sperimentare conseguenze negative dal loro uso eccessivo , tra cui ansia e depressione ,scarso rendimento scolastico , disturbi del sonno , problemi con i coetanei e comportamenti aggressivi.Una ricerca condotta dall’Istituto di Fisiologia clinica del CNR, dal Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova e dall’australiana Flinders University si è proposta di indagare sui fattori individuali, sociali e contestuali che si possono associare a un maggiore rischio per gli adolescenti europei di sviluppare problematic gaming.
Lo studio ,che è stato pubblicato sulla rivista Addiction ,si propone di indagare il “gioco problematico” fra gli adolescenti piuttosto che il disturbo da gioco di per sé .
L’analisi è stata condotta su 89.000 adolescenti con età compresa fra i i 15 e 16 anni : emerge che in Europa un ragazzo su cinque (20%) è ad alto rischio di PG. L’esposizione al fenomeno nei ragazzi risulta tre volte più alto che nelle ragazze. In Italia questa comportamento fra gli adolescenti si colloca un po’ sopra alla media europea ,con con il 24%, un ragazzo su quattro sarebbe a rischio.
Lo studio ha evidenzato il ruolo protettivo della famiglia : vivere in una famiglia in cui vengono posti chiari limiti alle attività dei bambini (incluso il gioco)può prevenire il rischio di PG. Soprattutto nell’adolescenza le regole date dai genitori dovrebbero però inserirsi in un contesto in cui i ragazzi percepiscono la genitorialità come sostegno dell’autonomia, piuttosto che come coercizione, poiché la comunicazione empatica e la negoziazione favoriscono il rispetto delle regole . Un ulteriore risultato dello studio ha mostrato un’associazione positiva tra le disuguaglianze economiche e sociali a livello di Paese e la probabilità di un rischio elevato di PG negli adolescenti , in accordo con l’ampia letteratura sugli effetti dannosi del vivere in un Paese ineguale sulle molteplici componenti del benessere. Gli adolescenti che vivono in tali società potrebbero essere motivati a trascorrere più tempo in ambienti virtuali attraverso i videogiochi, dove le regole della concorrenza sono diverse dalle regole del mondo reale.Lo studio ha evidenziato inoltre che gli investimenti pubblici a supporto delle famiglie possono avere un impatto positivo sullo sviluppo degli adolescenti, sia aumentando direttamente la disponibilità di risorse in termini di beni, servizi e opportunità, sia migliorando il benessere della famiglia .
Gli sforzi futuri per la prevenzione della PG dovrebbero quindi mirare sia alle famiglie, per aumentare la consapevolezza dei genitori sul ruolo delle dinamiche familiari sui comportamenti dei figli, sia ai governi nazionali: più uno Stato è in grado di investire nella famiglia dando più tempo al genitore di seguire il proprio figlio, migliorarando quindi la la qualità della relazione , e fornendo risorse per attività ricreative alternative ,minore è la percentuale di gaming problematico negli adolescenti.