Pubblicato da Nadia Comper
Il Covid non è una malattia stagionale come l’influenza, almeno finora, e non è l’influenza.
Il virus SarsCov2 circola anche in estate.
USA, Europa e Italia sono ora interessate da un picco estivo di infezioni,come indicano i bollettini settimanali pubblicati dal Ministero della Salute. Ormai nella stagione estiva, a causa del cambiamento climatico, si trascorre meno tempo all’aperto rispetto al passato e molte ore della vita lavorativa e ricreativa sono occasione di affollamento in spazi chiusi e rinfrescati ,e quindi di possibile contagio.
Il Covid si manifesta usualmente con problemi respiratori,ma può presentarsi anche con sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito,diarrea e dolori addominali,e quindi comportare qualche difficoltà nella diagnosi differenziale con altre infezioni virali ,batteriche e parassitarie che colpiscono tipicamente nel periodo estivo . Tali sintomi possono essere prevalenti o seguiti da quelli noti: febbre ,tosse, mal di gola , congestione nasale ,cefalea ,dolori muscolari, e difficoltà respiratoria nei casi più gravi. La perdita di gusto e olfatto è meno comune rispetto a inizio pandemia.
Ora ,dal 1 luglio è scaduto l’obbligo di indossare le mascherine per lavoratori,utenti e visitatori all’interno dei reparti ospedalieri e delle residenze socio-sanitarie che ospitano pazienti fragili ,anziani e immunodepressi.
Dall’obbligo si è passati alla raccomandazione e le disposizioni per l’utilizzo dei dpi sono demandate a responsabilità e valutazione dei Direttori sanitari “tenendo conto della diffusione dei virus a trasmissione aerea, caratteristiche degli ambienti nonché della tipologia di pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano, in funzione del livello di rischio di infezione e/o trasmissione (ad esempio in presenza di sintomatologia respiratoria o in considerazione della stagionalità) e del potenziale di sviluppo di malattia grave in caso di esposizione”.
Un cambio di paradigma per quanto attiene alla responsabilità sia individuale, dei cittadini ,sia di chi è preposto alla tutela della salute .Questo nel mentre che la sorveglianza virologica in Italia si è progressivamente allentata. Il sistema di sorveglianza sulle acque reflue ,che permette di avere informazioni tempestive sulle varianti virali in circolazione e sul loro andamento, ha pubblicato l’ultimo report a gennaio 2024 e il sistema di sorveglianza delle varianti virali ad aprile ,sui dati di marzo 2024 .Inoltre la sorveglianza delle infezioni respiratorie stagionali della rete Respirvir è terminata a inizio maggio.
I pareri degli esperti si dividono fra chi plaude ad un ritorno alla “normalità “ e chi ritiene lo stop all’obbligo dei dpi nei contesti suddetti un’imprudenza e piu in generale un rischio di abbassamento della soglia di attenzione, considerando anche che nelle ultime settimane si sta assistendo ad un aumento della circolazione del virus Sars-CoV-2 e dei casi di Covid, anche se l’impatto sugli ospedali resta sinora limitato.
La cessazione dell’obbligo non toglie
valore alle buone pratiche di igiene e di attenzione personale. Nella circolare si raccomanda di “potenziare con adeguata informazione al personale, ai pazienti e, in generale, a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, sono presenti nelle richiamate strutture, le misure igieniche e di precauzione quali, tra le altre: lavaggio frequente delle mani; pulizia costante degli ambienti e disinfezione delle superfici con disinfettanti attivi contro i microrganismi; adeguata ventilazione; corretta gestione dei rifiuti“.
È importante continuare a tutelare i fragili, è un dovere, perché rimangono a rischio, considerando non solo la attuale circolazione del virus SarsCov2 , ma una realtà dove sono ormai compresenti molti e diversi virus che aggrediscono le vie respiratorie , così come rimane fondamentale vigilare sull’impatto delle nuove varianti.