In questa estate si è sentito molto parlare del ragno violino e della sua pericolosità, in relazione alla notizia di due morti ,la prima a Palermo e la seconda a Lecce, quali complicanze mediche riconducibili al suo morso. Secondo i maggiori esperti,tuttavia, non si muore per avvelenamento da ragno violino , ma una infezione correlata al morso ,se trascurata o complicata ,può essere letale. L’allarme diffuso su giornali e social ha determinato un aumento delle chiamate ai Centri Antiveleni , accessi impropri ai Pronto Soccorso, e richieste di intervento ai Servizi di Emergenza-Urgenza.
In generale i ragni sono considerati pericolosi per la capacità di iniettare veleno,il cui ruolo è di paralizzare la preda, di cui si ciberanno , per immobilizzarla. Sono animali schivi che preferiscono la fuga all’attacco e nel caso dell’uomo lo mordono per difesa ,solo se si sentono minacciati. Tutti i ragni sono predatori e quasi tutti possiedono ghiandole velenifere e sono quindi velenosi. In Italia sono presenti più di 1600 specie diverse di ragni, diffuse in tutti gli ambienti. La maggior parte di questi tuttavia non è dotata di zanne ( cheliceri) in grado di perforare la cute umana per iniettare il veleno, e quelli che possono farlo non possiedono un veleno sufficientemente attivo per l’uomo: per questo le conseguenze sanitarie dei loro morsi non sono quasi mai rilevanti. Quando essi mordono per difesa ,in genere il veleno inoculato è in quantità minore rispetto a quando mordono allo scopo di immobilizzare rapidamente la loro preda. Lo stesso veleno inoltre ha conseguenze diverse a seconda dell’organismo colpito: nel caso di bambini,anziani, soggetti debilitati , immunocompromessi o allergici gli effetti del veleno possono essere più gravi. Generalmente il morso di ragno si risolve in un ponfo cutaneo pruriginoso che regredisce nel giro di poco tempo.
Solo due specie in Italia sono di rilevanza medica in quanto a morso : Latrodectus tredecimguttatus ( vedova nera) e Loxosceles rufescens ( ragno violino). Quest’ultimo, il ragno violino, ha abitudini notturne ed è detto anche “ragno eremita” perché vive appartato, timido, ama ambienti chiusi come abitazioni, armadi, solai, bagni. Caccia liberamente ,senza ragnatela ,e morde l’uomo solo quando costretto,come in caso di schiacciamento involontario. Durante il giorno sta rintanato nelle fessure dei muri, dietro a quadri, infissi, mobili, battiscopa o accumuli di oggetti e materiali in angoli poco frequentati della casa. È piccolo, il corpo è meno di un cm. di diametro ,e possiede lunghe zampe esili ; di colore giallo- marron presenta una macchia sul prosoma ( testa – torace) che ricorda vagamente la sagoma di un violino, da cui il suo nome comune .Il suo morso è indolore ed è raro che abbia conseguenze gravi. In generale non tutti i morsi implicano inoculazione di veleno. Nei due terzi dei casi il suo morso è “secco”( senza veleno ) ,o viene iniettata una piccola quantità di veleno che provoca indolenzimento e arrossamento locale transitori. In un terzo dei casi invece il ragno inietta il suo veleno che ha un’azione citotossica, è in grado cioè di causare infiammazione e necrosi dei tessuti adiacenti al punto di inoculo ; inoltre col morso possono essere veicolati ai tessuti anche batteri anaerobi che complicano l’andamento della lesione.
I problemi iniziano quando dopo circa 24- 48 ore l’area di arrossamento locale diventa edematosa e dura, e poi peggiora in ulcera necrotica che, se trascurata e non curata per tempo, si estende ed approfondisce, con infezione batterica secondaria e possibili conseguenze generali gravi.
La prima regola ,a parte la prevenzione, è lavare bene la zona del morso con acqua e sapone ,disinfettare e controllare l’evoluzione : se si osservassero i cambiamenti iniziali descritti ,soprattutto il cambio di colore della lesione che vira allo scuro nel centro è consigliabile rivolgersi prontamente al medico e consultare un Centro Antiveleni. Se possibile è utile conservare il ragno anche eventualmente ucciso, per l’identificazione , oppure una foto. Non esistono antidoti o trattamenti specifici per il morso di ragno violino; nei rari casi in cui si manifestano lesioni significative (necrosi) il trattamento è sintomatico, di supporto , e farmacologico (antibiotici, cortisonici).In alcuni casi può rendersi necessaria la toilette chirurgica della lesione. La conoscenza, informazione e prevenzione rimangono la chiave per evitare incontri spiacevoli con i ragni potenzialmente pericolosi .
L’altro ragno di “ interesse” medico in Italia è la malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus), o “vedova nera mediterranea”,una specie molto temuta e il cui comportamento ha dato vita a storie e leggende, che lo hanno ammantato di mistero. La femmina in alcuni casi dopo l’ accoppiamento avvolge il maschio nella sua ragnatela e lo uccide per poi cibarsene .Ha diffusione mediterranea ed in Italia i casi segnalati riguardano Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia, Sardegna ,Toscana ,Marche e Liguria. È presente anche nel Carso e Croazia. A causa del cambiamento climatico la vedova sta espandendo il proprio areale di distribuzione. Vive in ambienti aridi e pietrosi a vegetazione bassa ,dove si nasconde sotto sassi, alberi caduti e muretti di pietra. È un ragno nero, lungo circa 10-15 mm. Sull’addome presenta 13 macchie rosse da cui deriva il nome specifico. Il suo veleno, come quello delle altre “vedove” è pericoloso per l’uomo, anche se raramente gli esiti sono gravi. Essendo diffuso solo in ambiente non antropizzato, l’incontro con l’uomo è limitato e quindi anche le conseguenze gravi segnalate sono meno frequenti. Solo il morso degli esemplari femmina è pericoloso; i maschi hanno dimensioni molto piccole per cui non riescono ad affondare i loro morso nella pelle.Inoltre il morso può essere “secco”. Il veleno eventualmente inoculato è neurotossico . Il morso non provoca dolore istantaneo, ma i suoi effetti possono manifestarsi rapidamente, dopo alcuni minuti, con sudorazione, tremori ,nausea, conati di vomito, cefalea, tachicardia ,crampi addominali e muscolari ,e nei casi più gravi convulsioni e perdita di coscienza .I casi mortali sono tuttavia veramente molto rari. Esiste un antidoto per il veleno della vedova,ma si procede alla sua somministrazione solo nei casi di avvelenamento severo. In caso di morso bisogna fare quindi riferimento al Pronto Soccorso e contattare il Centro antiveleni di Pavia, che è il Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (CAV-CNIT) ,punto di riferimento a livello nazionale per i morsi e le punture velenose.
Chiudiamo qui con un accenno alla tarantola (Lycosa tarantula ) ,diffusa soprattutto nelle zone centrali e meridionali d’Italia. Il suo morso ,doloroso, non è pericoloso,anche se l’esperienza può essere sgradevole; il suo veleno infatti è innocuo per l’uomo.Le tarantole sono ragni di grandi dimensioni ( il corpo è lungo circa 30 mm) ,noti per la loro bellezza e maestosità.Sono predatori notturni, vivono in terreni secchi e sassosi, prati e pascoli aridi con vegetazione rada e pendii rocciosi. La tradizione popolare associava il morso di questo ragno al “tarantismo”, ma fenomeno culturale complesso e arcaico , presente un tempo in diverse regioni dell’Italia meridionale,che trova le proprie radici nell’antica Grecia: si riteneva che il morso del ragno fosse la causa di manifestazioni patologiche quali malessere, prostrazione, depressione, malinconia, quadri di catatonia e deliri, manifestazioni isteriche ed epilettiche , dolori addominali e muscolari,che colpivano soprattutto in estate nel periodo della mietitura i contadini e soprattutto le donne , e ( si riteneva) che la musica potesse lenire la sofferenza della persona “pizzicata”, che ballando freneticamente raggiungeva una condizione di trance e si liberava dai veleni e dalla sofferenza per trovare la guarigione ,la rinascita: musica e danza terapeutiche dunque, o anche esorcismo musicale. Una fascinazione da secoli per gli studiosi il tarantismo,di cui rimangono ora solo il ritmo dei tamburelli, meraviglioso e trascinante, le nenie e melodie struggenti e la “pizzica” ,un patrimonio.