L’avvento di sempre nuove tecnologie e lo sviluppo crescente di Internet hanno promosso un incremento inimmaginabile delle attività online, soprattutto fra i giovani, ma non solo, modificando i modelli di comunicazione e relazione interpersonali e portando con sè il rischio di un utilizzo problematico della Rete , che può in certi casi configurarsi come una vera e propria dipendenza da Internet : Internet Addiction Disorder (IAD). Il fenomeno richiede conoscenza e attenzione perché è in crescita allarmante,soprattutto fra le nuove generazioni . Per la sua complessità è oggetto di studio e discussione e non sono stati ancora individuati criteri condivisi per definirlo e quantificarlo; attualmente non è incluso nel manuale diagnostico-statistico dei disturbi mentali (DSM-5) pubblicato nel 2014. Solamente la dipendenza da giochi online vi è stata inserita in appendice, come un disturbo da studiare e approfondire. Tuttavia l’IAD sembra avere caratteristiche simili ad altri disturbi da dipendenza : chi ne soffre fa un uso eccessivo e compulsivo di Internet e tale da compromettere gli aspetti personali, relazionali e professionali della propria vita. Sono segni tipici dello sviluppo di dipendenza l’esigenza di connettersi frequentemente e trascorrere in rete un tempo sempre maggiore, la perdita di interesse per le altre attività e i sintomi di astinenza quando impossibilitati a connettersi: irrequietezza , disagio , ansia, irritabilità. IAD è una delle “nuove dipendenze” di questa epoca, le “ dipendenze comportamentali “ , che non riguardano l’abuso di sostanze .Alla base del comportamento c’è il desiderio di fuga dai problemi e dolori della vita quotidiana ,da condizioni di disagio e solitudine e l’incapacità di tollerare la sofferenza psichica.Fra i fattori di rischio di IAD ci sono la preesistenza o coesistenza di altre psicopatologie , eventi traumatici o situazioni di deprivazione, carenza di fattori di protezione .Le caratteristiche intrinseche di Internet possono essere considerate alla stregua di “facilitatori” del comportamento dipendente , ma si sostiene anche che la Rete possa essere direttamente in causa nel provocare disagio anche in personalità non affette da disturbi psichici o fragilità , quando le sue piattaforme sfruttano le tecniche di psicologia del comportamento e la conoscenza dei meccanismi biologici di funzionamento del cervello umano legati alla ricompensa e al piacere. IAD coinvolge diversi ambiti, a seconda delle attività svolte in rete, e si configura quindi in vari sottotipi : dipendenza da relazioni virtuali, dipendenza da sesso virtuale e pornografia, da gioco online (d’azzardo e non), da shopping online , da ricerca di informazioni online.
Si sta abbassando sempre più l’età dell’accesso alla Rete ,spesso in completa autonomia anche fra i bambini, oltre che fra gli adolescenti. La Società italiana di Pediatria ha da tempo evidenziato i rischi collegati all’uso improprio ed eccessivo dei dispositivi elettronici in età pediatrica, quando l’uso di touchscreen (schermi sensibili al tocco) può interferire con lo sviluppo cognitivo dei bambini ,che necessitano di esperienze dirette per l’evoluzione del pensiero e della capacità di risolvere problemi. Oggi il primo incontro con questi dispositivi avviene sempre prima e riguarda ormai bambini di 3 – 5 anni ,ma in qualche caso anche piccoli sotto l’anno . I rischi di esposizione precoce o prolungata comprendono disturbi di vista e udito, della postura e del sonno , perdita di manualità fine, ritardo del linguaggio e disturbi cognitivi,sedentarietà e aumento dei casi di obesità . I ragazzi italiani possiedono un telefonino dalla fine della scuola elementare e la metà trascorre diverse ore del giorno e anche della notte interagendo attraverso i dispositivi digitali. Le famiglie hanno spesso una scarsa percezione dei rischi derivanti dall’uso eccessivo e improprio del digitale per la salute fisica e psichica dei ragazzi , che li pone anche a rischio di adescamento e molestie sessuali in rete ,di cyberbullismo, gioco d’azzardo e sfide social (challenge), di dipendenza e di scarse relazioni sociali, essenziali in una fase di crescita che richiede esperienze e contatti reali per lo sviluppo di senso critico, autonomia e originalità. L’uso disfunzionale della Rete comporta isolamento crescente e ansia sociale ,senso di solitudine e cambiamenti dell’umore fino alla depressione. Secondo lo studio promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga e dal Centro Nazionale Dipendenze dell’Istituto Superiore di Sanità 700 mila adolescenti in Italia sono dipendenti da Internet.
La Rete è vissuta dai ragazzi come spazio di libertà e di realizzazione,strumento di
comunicazione e relazione, di studio e creatività ,dove sperimentare appartenenza; ricca di opportunità se ben agita , ma anche di insidie. I ragazzi oggi sono disorientati e possono trovare nella Rete un rifugio e un modo per evadere da problemi e conflitti, solitudine, sofferenza. paure , disagi ,fino a poterne diventare dipendenti.
La vulnerabilità tipica dell’adolescenza è accentuata in questo nostro tempo caratterizzato da incertezza per il futuro , e instabilità socio economica , ma soprattutto delle relazioni e dei legami. La FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri) ha elaborato raccomandazioni per l’uso saggio e consapevole del digitale ,per proteggere i più giovani da un punto di vista psico, fisico e relazionale :” Bambini e adolescenti in un mondo digitale”, una guida per genitori, pediatri, educatori e per tutte le figure deputate alla tutela della salute e benessere del bambino e dell’adolescente.
Quando è necessario curare, l’approccio terapeutico suggerito è multimodale , inquadrando la terapia farmacologica eventuale, soprattutto nel caso di comorbidità, in una cornice psico-terapeutica. Prioritario e fondamentale è puntare sulla prevenzione, focalizzando l’attenzione sulla salute e il benessere mentale non solo in famiglia, ma anche a scuola ,lavoro, sport ,e in tutti i contesti della vita quotidiana. I medici di base e i pediatri di libera scelta, possono svolgere un ruolo chiave nella prevenzione.
Nel Rapporto ISTISAN 23/25 “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z”dell’Istituto Superiore di Sanità si richiama la politica a : “potenziare e supportare i servizi per i disturbi del neurosviluppo e della salute mentale per poter rispondere all’emergenza già in atto: capillarità di servizi nel territorio nazionale, formazione continua del personale ; investire sul monitoraggio della popolazione, lo studio dei fattori di rischio e protezione e lo sviluppo di strategie di prevenzione e interventi efficaci ; sensibilizzare le agenzie educative a comprendere i cambiamenti culturali , riconoscere i segnali precoci di disagio ma anche riconoscere le risorse che i giovani e le giovani possono sviluppare e allenare maieuticamente e soprattutto saper tenere aperta la comunicazione bidirezionale col mondo delle nuove generazioni ; proporre un futuro desiderabile e possibile.”
L’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato una mappatura dei Servizi che si occupano dei disturbi internet correlati.