Gentili colleghe, cari colleghi,
il 25 settembre u.s. i 15 giudici della Corte di Cassazione, all'unanimità, hanno deliberato che "in determinate condizioni l'aiuto al suicidio non è punibile" e hanno definito "indispensabile l'intervento del legislatore" per colmare il vuoto sul fine vita.
"Come medici e prima ancora come cittadini ci atterremo alla legge e ai principi del Codice di Deontologia Medica che in ogni caso sono coerenti con quelli della Costituzione" ha dichiarato il Presidente nazionale Filippo Anelli. "Quello che chiediamo" ha aggiunto "è di poter continuare a fare i medici, così come abbiamo sempre fatto. Medici che hanno il dovere di tutelare la vita, la salute fisica e psichica, di alleviare la sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana". "Non ci esimeremo" ha ancora detto il Presidente "da quello che è il nostro compito, la vicinanza e il sostegno a chi soffre e alla sua famiglia, sino al confine estremo e al Legislatore, che sarà chiamato a normare questa delicatissima materia, chiediamo di sollevarci dal compito finale, affidando l'estremo atto, quello della consegna del farmaco, a un pubblico ufficiale, a un funzionario individuato per questo ruolo".
In attesa di poter organizzare un incontro di riflessione e di approfondimento, invito tutti i colleghi e le gentili colleghe a prendere visione della comunicazione allegata che il Presidente nazionale ha inviato agli Ordini il 30 settembre u.s. "Lo sforzo che dobbiamo compiere" raccomanda il Presidente "è quello di evitare lacerazioni all'interno della nostra comunità professionale rendendo, se possibile, compatibili i principi presenti nel nostro Codice di Deontologia Medica con quanto stabilito dalla Costituzione".
Comunicazione FNOMCeO n. 124
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